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La meditazione per una felicità permanente.

Cristina Chiummo

1 settembre 2020

“YOGA CITTA VRTTI NIRODHAHA”
(1,2 -Yoga Sutra di Patanjali)
“lo yoga è placare i tumulti della mente”
Domare la mente non è facile, è un processo continuo e lento, che passa attraverso la comprensione di se, è studio, è sperimentazione continua, delle diverse discipline o metodiche che ci possono aiutare in questo. Ognuno troverà la sua personale chiave di lettura, ognuno ha una modalità diversa per domare i vortici dei penseri.....perchè ognuno di noi ha una storia e un’esigenza diversa.
La mente come coscienza può essere divisa in coscienza sensoriale e coscienza mentale.
Un mezzo per poter realizzare il controllo della mente è la meditazione.
La meditazione è un'attività della coscienza mentale in cui una parte della nostra mente osserva, analizza e gestisce il resto della mente.
Il suo scopo ultimo è il risveglio di un livello sottile di coscienza per conoscere la realtà direttamente come essa .
Come un “super potere” ci permette di conoscere le cose “esperienziandole” conoscendole intuitivamente, fino al raggiungimento di quello che è lo stadio ultimo dello yoga, il Samadhi ovvero l’illuminazione.
Non è una pratica fisica, non è solo per gli orientali, non è una fuga dal mondo o da se stessi; è una pratica che ci permette di orientare la mente in modo positivo, trasformandone i processi di percezione dell’esterno e poi del più profonso “se”.
La meditazione ci permette di prendere coscienza di quello che siamo, rendendoci più positivi e utili per noi e per gli altri.
Attraverso la meditazione, possiamo riconoscere i nostri errori e adattare la nostra mente a pensare e a reagire in modo più realistico e onesto. Riconoscere i nostri errori non vuol dire punirci per gli errori commessi, ma può essere visto come un faro che ci indica la strada migliore da intraprendere.
Perchè meditare?
Se ci chiediamo cosa realmente vogliamo nella vita, la risposta sarà unica
“Voglio essere felice!!!”
Molti di noi (io per prima in passato) ritengono che la felicità non è di questo mondo, o non ci è data ottenerla; non è vero, sono solo le scuse che si pongono chi pecca di buonavolontà.
Tutti aspiriamo a una felicità duratura, ma spesso affidiamo il raggiungimento di questa all’ottenimento di qualche cosa che è esterno a noi, lavoriamo per comprare agi o necessità, facciamo sport per essere più sereni ecc ecc
Ci attacchiamo ad oggetti persone abitudini esterne che ci donano una felicità temporanea, le situazioni possono cambiare, gli oggetti si possono perdere ecc ecc e la perdità ci causerà infelicità.
Siamo abbituati ad una felicità impermanente soggetta al perire, allo svanire; prendere coscienza dell’impermanenza di ciò che ci è esterno, ci regalerà una felicità costantemente presente e bilanciata.
Iniziamo prendendo coscienza che tutto ciò che ci circonda è “impermanente”, e gioiamo dell’esistenza in quanto tale scevra da ogni possesso.
Ovvio che non è facile lo so benissimo, ma non dico che sia impossibile; se devo scegliere tra il rimanere sicuramente vittima dell’altalena “felicità on-felicità off” e avere la possibilità di realizzare una “felicità permanente” io opto per la seconda via e ci provo....non ho niente da perdere!!
In questo processo ci aiuta la meditazione, che ci permette di intraprendere un profondo viaggio dentro noi, ci permette di sedare la mente e vedere il mondo circostante con la giusta prospettiva con un distacco che permette di contestualizzare.
Fare luce nei suoi tumulti della mente ci permette di ….
“navigare in acque calme” dove la rotta è più chiara e il procedere più sereno.
Namaste
Cristina

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